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Visualizzazione dei post da luglio, 2017

Scorie - Chi paga i ristori

Riferendosi agli azionisti delle due banche venete finite in liquidazione coatta amministrativa dopo anni di crisi durante i quali il governo annunciava soluzioni dietro l'angolo che non sono mai arrivate, il ministro dell'Economia ha detto: " Anche loro possono essere considerati vittime di comportamenti illeciti, ma chi compra azioni di una società assume un rischio elevato, che contempla la possibilità di perdere interamente l'investimento ." Ha poi aggiunto che ristorare anche gli azionisti significherebbe " far pagare ai contribuenti che non sono in grado di effettuare alcun risparmio o investimento le scelte di altri contribuenti che hanno disposto di rendite e patrimoni più consistenti ." Tutto vero, anche se le parole usate da Padoan sono implicitamente viziate, a mio parere, dalla classica tendenza a considerare "spennabile" il cosiddetto contribuente, purché "ricco". Supponiam

Scorie - La Tobin Tax è sbagliata anche in teoria

In una domenica di luglio in cui suppongo si faccia fatica a riempire le pagine di un giornale, Morya Longo scrive sul Sole 24 Ore un articolo dedicato alla probabile morte prima ancora di vedere la luce della cosiddetta Tobin Tax europea. Una tassa ripudiata perfino dall'ideatore, James Tobin, che chiunque abbia un minimo di dimestichezza con i mercati finanziari sa essere controproducente per chi la adotta. All'indomani della crisi, a livello europeo venne ripescata l'idea di "tagliare le unghie alla speculazione", un proclama di cui politici ignoranti e/o in malafede si riempiono la bocca per ottenere facili applausi da elettori ancor più ignoranti di loro. Dato che non tutti gli Stati erano d'accordo, si pensò a un processo di collaborazione rafforzata. La Francia e l'Italia decisero di fare da apripista, introducendone una forma già nel 2012 e 2013, rispettivamente. Come era stato facilmente previsto, il gettito fu mod

Scorie - Il peggio della crisi greca non è alle spalle per chi paga il conto

Dall'inizio del decennio in corso la Grecia dipende, sostanzialmente, da aiuti esterni. Nonostante una ristrutturazione del debito che nel 2012 che ha comportato un haircut ai creditori privati superiore a 100 miliardi di euro, ancora oggi il suo debito complessivo sfiora il 180% del Pil. Gran parte del debito è ormai nei confronti di creditori pubblici, ossia in buona sostanza i pagatori di tasse degli altri Paesi europei, che negli ultimi anni hanno più volte aperto i cordoni della borsa e approvato moratorie sugli interessi. Solo un paio di settimane fa la Grecia ha ricevuto 8.5 miliardi dai partner europei, di cui circa 7 servivano per pagare obbligazioni in scadenza detenute dalla BCE. Direi, quindi, che siamo di fronte a un Paese (ancora) insolvente. Ciò nonostante un paio di giorni fa è stata lanciata un'emissione obbligazionaria a 5 anni, collocata per 3 miliardi a un tasso del 4,625%. Livello che, considerando le condizioni reali del d

Scorie - La speculazione che non piace a seconda della direzione

Sul Sole 24Ore del 22 luglio c'era un doppio paginone di intervista a Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni. Il quale, in merito all'andamento del prezzo del petrolio, ha affermato: " Non sono ottimista. La commodity petrolio è entrata in una crisi difficile. C'è meno fiducia anche da parte degli investitori istituzionali, che di solito hanno posizioni lunghe. Anche gli investitori a lungo sono diventati shortisti. È stato così dato spazio agli hedge fund agli speculatori. Probabilmente non credono che l'Opec sia capace di prendere iniziative radicali come ha fatto in passato. Lo scorso dicembre ha deliberato un taglio produttivo di 1,2 milioni di barili al giorno (mbg). Grazie alla Russia, che ha deciso di ridurre la produzione di altri 650mila barili/giorno, il taglio produttivo complessivo è stato di 1,8 milioni di barili. Ma ricordo che nel 2008-2009, sono stati tagliati più di 4 milioni di barili. Una decisione che ha fatto

Scorie - Il (solito) libro dei sogni del nuovo capo del fisco

Il neo direttore dell'Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha scritto ai circa 40mila dipendenti per indicare come ritiene dovrebbero andare le cose. Si tratta di un vero e proprio libro dei sogni, che peraltro accomuna Ruffini ai suoi predecessori quando anch'essi erano appena arrivati al vertice di quella struttura. Ecco alcuni passaggi: " Meno burocrazia, carta e timbri, meno adempimenti, ingiustizie, meno distacco dalla vita reale di chi produce, meno distanza dalla lingua italiana e, se saremo bravi, anche meno balzelli ." Tutto condivisibile, ma da prendere con sano scetticismo, dettato dall'evidenza empirica. Ruffini non è il primo a sostenere certe cose, ma la struttura finora è andata avanti come se niente fosse. E ancora: " Non appartengo alla squadra di chi sostiene che gli italiani hanno nel proprio Dna la furbizia dell'evasore. Non esiste questo tratto genetico. A chi

Scorie - Le cose non possono non andare male

Che le cose non possano far altro che andare male in Italia lo dimostrano alcune notizie secondarie, che sfuggono all'attenzione dei più, ma che, a mio parere, fanno capire quanto siamo messi male non meno dei dati di finanza pubblica. Scorrendo le pagine del Sole 24Ore di qualche giorno fa mi sono imbattuto in un articolo dal titolo "La moglie non può sostituire il portiere", che inizia così: " Cosa succede se il coniuge del portiere si rende disponibile per svolgere gratuitamente alcune attività nel condominio? Si configura un rapporto di lavoro in nero, assolutamente da evitare ." Cosa pare sia successo, nel caso specifico? " Pur trattandosi di piccoli lavoretti (è il caso del convivente della portiera che si offre di cambiare la lampadina fulminata di un pianerottolo) si può parlare di lavoro nero, (con l'amministratore e il condominio sanzionato pesantemente) perseguibile penalmente, perché non c'

Scorie - La vera sottostima sulla Cina

Occupandosi di statistiche relative all'economia cinese, Fabrizio Galimberti esordisce ricordando che parecchi analisti nutrono dubbi sull'affidabilità di quei numeri. " Gli attacchi alle statistiche cinesi sono quasi uno "sport nazionale" per gli analisti. Tassi di crescita del Pil alti e sospettosamente stabili inducono a pensare che i dati siano "fabbricati" e volti a mostrare i muscoli dell'economia più che una obiettiva rappresentazione degli alti e bassi del ciclo ." In effetti credo sia più che legittimo nutrire qualche dubbio sui numeri elaborati dall'istituto di statistica governativo, non fosse altro per il fatto che gli obiettivi posti dal partito unico nei piani quinquennali vengono puntualmente "pennellati" con una precisione pressoché al centesimo, quando non addirittura superati. Ma Galimberti, citando uno studio del National Bureau of Economic Research americano, avverte che