Scorie - Menù elettorale (4)




Quando si sente un dibattito tra esponenti politici sul tema dell'immigrazione, generalmente si contrappongono posizioni solidariste (coi soldi altrui) a oltranza a posizioni di chiusura delle frontiere. Il problema non è certo semplice da risolvere, ma credo che una solida tutela del diritto di proprietà privata contribuirebbe a migliorare le cose.

Io penso che ognuno debba essere libero di ospitare nella sua proprietà chi ritiene opportuno, ma, al tempo stesso, non debba essere obbligato a ospitare nessuno, e neppure a contribuire coercitivamente a tale ospitalità decisa da altri. In altri termini, nelle attuali realtà statuali, la politica dei solidaristi (coi soldi altrui) finisce per essere uno dei tanti esempi di aggressione alla proprietà privata.

Ma per i solidaristi (coi soldi altrui), generalmente sinistrorsi, chi non la pensa come loro è Lepenista. Così sembra pensarla, per esempio, Stefano Fassina (già vice ministro dell'Economia) di Sinistra Italiana.

"Sul Def, sono molto preoccupanti le voci che si alzano dal cosiddetto centro-destra, improvvisamente tutto Lepenista, per compiere l'ennesima operazione demagogica e elettorale sui migranti. I dati riportati dal Def sono noti da tempo, come è noto che i costi per l'accoglienza sono fuori obiettivo del Fiscal Compact, quindi non sottraggono risorse agli italiani come vorrebbero dar a credere anche coloro che insistono sul rispetto delle regole europee."

Non voglio entrare nella polemica tra Fassina e i suoi avversari di centro-destra, ma il fatto che un costo sia escluso dal calcolo del deficit non significa che non esista. Esiste eccome, e deve essere finanziato concretamente. E il finanziamento può derivare solo da tasse attuali o future. Non ci sono pasti gratis.

Ancor meno convincente è la seguente affermazione:

"Inoltre, dovrebbe essere chiaro che le risorse spese per l'accoglienza sono redditi e profitti per lavoratrici e lavoratori italiani o comunque residenti in Italia. Insomma, contribuiscono al nostro Pil, alla nostra crescita."

Questo tipo di affermazioni, tipico dei keynesiani della peggior specie, finisce per giustificare, per esempio, le migliaia di forestali in eccesso in certe regioni meridionali, perché con lo stipendio che percepiscono vanno a fare la spesa e incrementano i consumi.

Il fatto è che i soldi per pagare questi signori devono essere prima o poi prelevati da altre persone, le quali, così facendo, non possono utilizzarli per altri consumi o investimenti. Oltre al dettaglio, tutt'altro che secondario, che chi subisce il prelievo quei soldi se li è generalmente guadagnati mediante scambi volontari, contribuendo a soddisfare una domanda reale e non artificiale.

Un dettaglio che, evidentemente, non interessa ai pianificatori campioni della solidarietà con i soldi altrui.


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