Scorie - Per un keynesiano gli stimoli non sono mai abbastanza

"Ma siamo lontani da quel che sarebbe necessario, cioè uno stimolo forte alla domanda, sia attraverso politiche di bilancio che ricorrendo all'"ultima Thule" della politica monetaria: soldi dall'elicottero. E non è finita: a un livello ancora più profondo – e più difficile da rimediare – c'è quell'aumento della diseguaglianza che ingenera disgregazione del capitale sociale, apatia, riluttanza a spendere, sia per consumi che per investimenti."
(F. Galimberti)



Contrariamente a Fabrizio Galimberti, io non credo che siamo lontani da quel che lui ritiene sarebbe necessario, ossia politiche di bilancio (leggi: aumento del deficit) e soldi dall'elicottero.

E' vero che raramente un keynesiano si dice soddisfatto delle dimensioni degli stimoli, siano essi fiscali o monetari. Altrettanto vero, però, è che quando uno Stato spende la metà del Pil appare abbastanza priva di pudore l'affermazione che servano altre politiche di bilancio.

E va bene che circa 4 punti di Pil sono interessi sul debito (che non è venuto fuori dal nulla, peraltro), ma anche al netto di quelli siamo sempre oltre il 46% di spesa pubblica in rapporto al Pil.

Quanto ai soldi dall'elicottero (ovvero monetizzazione diretta del debito), formalmente non ci siamo, ma sostanzialmente il Qe produce effetti simili, anche perché non è per nulla ipotizzabile che la Bce venda in futuro i titoli che sta comprando di mese in mese creando dal nulla 80 miliardi di nuova base monetaria.

Galimberti, poi, non pare neppure essere sfiorato dal dubbio che tra le cause dell'aumento della disuguaglianza e dell'incertezza vi sia proprio la politica monetaria espansiva.

D'altro canto la cosa non deve stupire, se uno resta convinto che sia possibile creare ricchezza dal nulla.
 
 
 

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