Scorie - Fallimento rivoluzionario

"Non mi consegnerò, in nessuna circostanza. So che trionferemo, ma se dovessimo affrontare una circostanza negativa allora scenderei in piazza a lottare con il popolo, e la Rivoluzione entrerebbe in un'altra fase… Non aspettate che io mi comporti come un codardo, ma come un figlio coraggioso di Chavez, in piazza e con il popolo."
(N. Maduro)

A pochi giorni dalle elezioni in Venezuela, la coalizione chavista guidata da Nicolas Maduro, delfino (senza offesa per i delfini) di Hugo Chavez, parrebbe essere in netto svantaggio nei sondaggi.

In caso di sconfitta alle urne, Maduro prospetta "un'altra fase" per la Rivoluzione. Non so se intenda condurre una lotta armata o cos'altro, ma il dato certo è che se l'economia era stata scassata da Chavez, con Maduro le cose sono ulteriormente peggiorate, con inflazione galoppante e carenza di beni anche di prima necessità.

Un po' perché Maduro è peggio del suo maestro (il che è tutto dire), ma soprattutto perché il socialismo chavista basa l'espansione della spesa pubblica sulle entrate derivanti dalla vendita di petrolio. Un meccanismo che dava l'illusione di poter reggere finché il prezzo del petrolio aumentava, ma che si è inevitabilmente inceppato quando il prezzo del petrolio ha invertito la rotta. Se a ciò si aggiunge la notevole perdita di efficienza degli impianti venezuelani in epoca chavista (fatta di nazionalizzazioni con veri e propri espropri alle imprese private), si capisce che, prima o poi i nodi sarebbero arrivati al pettine.

Piaccia o non piaccia ai socialisti nostrani, quella venezuelana è una versione del socialismo. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.


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