Scorie - La discesa del debito che (non) verrà

"Il debito deve assolutamente scendere, lo faremo. Punto. Lo faremo aumentando la crescita, con i tassi di interesse più bassi (anche se non a lungo) e poi toccherà alle politiche fiscali recuperare quell'avanzo primario che avevamo in passato e che era il più alto d'Europa. E un po' di inflazione in più ci aiuterà."
(P. C. Padoan)

Non è la prima volta che il ministro dell'Economia promette che il debito pubblico calerà. Non è neppure la prima volta che (stra)parla di una crescita economica che è sempre lì lì per arrivare, ma ovviamente a partire dai prossimi mesi. E, altrettanto ovviamente, grazie alle riforme del governo.

Ho già avuto modo di sostenere in altre occasioni che, dato il livello assoluto e in rapporto al Pil raggiunto dal debito italiano e anche dalla pressione fiscale, pensare di uscirne puntando sulla realizzazione di cospicui avanzi primari è una pia illusione, a maggior ragione considerando che di tagli alla spesa se ne parla solamente, senza farli, e che lo stesso vale per le dismissioni di pezzi di patrimonio demaniale.

Quindi sentire Padoan parlare di politiche fiscali deve mettere in allerta, dato che se è (ahimè) illusorio aspettarsi tagli di spesa e dismissioni degne di essere chiamati tali, il sospetto, che è quasi una certezza visti i precedenti, è che siano ancora le entrate, ossia le tasse, a fare la parte del leone nella ricerca di aumentare l'avanzo primario.

Last, but not least, il vero aiuto che ogni grande debitore aspetta dalla politica monetaria per alleviare l'onere reale del debito, ossia l'inflazione. Padoan dice "un po'", ma in cuor suo spera che sia qualcosa in più di un po'. Altrimenti che keynesiano sarebbe?


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