Scorie - In attesa dell'overdose

"Le aste di liquidità illimitata a tasso fisso offerte dalla Bce, giovedì
scorso rilanciate con durata estesa a quattro anni, non sono che un
equivalente fuori bilancio del quantitative easing."
(C. Noyer)

Christian Noyer, governatore della Banca di Francia e membro del consiglio
direttivo della Banca centrale europea, ha espresso un parere in merito
alle modalità di aumento della base monetaria nella zona euro. Nonostante
gli annunci di nuove aste di rifinanziamento a lungo termine condizionate
all'erogazione di nuovo credito al settore privato (le TLTRO), oltre
all'allungamento fino a dicembre 2016 dei rifinanziamenti ordinari a tasso
fisso (ora 0.15 per cento) e importo illimitato), c'è chi, non soddisfatto,
auspica che anche la BCE lanci una forma di quantitative easing (QE), ossia
di acquisto di titoli (per lo più di Stato) in grandi quantità, come fatto
negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Giappone.

Secondo Noyer l'espansione di base monetaria operata dalla Bce sotto forma
di prestiti collateralizzati alle banche è equivalente al QE.
Effettivamente ogni euro di finanziamento rappresenta, a parità di altre
condizioni, un aumento di base monetaria di un euro. Le differenze con il
QE vero e proprio sono date dal fatto che 1) trattandosi di finanziamenti a
termine (in alcuni casi addirittura a 4 anni, come le TLTRO annunciate il 5
giugno scorso), la base monetaria è destinata a ridursi allo scadere dei
finanziamenti stessi, sempreché non siano rinnovati; 2) le operazioni di
rifinanziamento della Bce sono guidate dalla domanda (delle banche) e non
dall'offerta (della Bce). Di conseguenza, se le banche non chiedono fondi o
non rinnovano i finanziamenti, la base monetaria si contrae.

Al contrario, nel caso di acquisti di titoli la banca centrale aumenta le
attività nel proprio stato patrimoniale e aumenta anche di pari importo le
passività, creando base monetaria. E le somme di denaro creato dal nulla
restano base monetaria (si tratta poi di vedere se le banche utilizzano
quelle somme oppure incrementano le riserve presso la banca centrale
stessa) finché la banca centrale non vende i titoli oppure gli stessi
giungono a scadenza senza che vengano fatti ulteriori acquisti.

Il fatto che non sia l'offerta della banca centrale a guidare l'espansione
quantitativa di base monetaria, bensì la domanda delle banche, ha fatto
storcere il naso ai paladini dell'uso del bazooka monetario anche da parte
della Bce. La quale, peraltro, ha annunciato che procederà prossimamente a
una forma di QE tramite acquisto di cartolarizzazioni; annuncio che non ha
comunque soddisfatto i tossici della droga monetaria, per i quali si
direbbe che ormai nessuna dose elargita a basso costo da Draghi e colleghi
sia soddisfacente.

Non resta che attendere l'overdose.


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