Scorie - Il presidente renziano

"Quando si parla di necessità assoluta di ridurre il debito pubblico in
Italia, non si dice abbastanza che lo si deve fare non perché ce l'ha
chiesto l'Europa ma perché è un dovere verso i giovani. Quando diciamo che
dobbiamo sbarazzarci di questo fardello pensiamo soprattutto a loro."
(G. Napolitano)

Intervistato da Fabio Fazio (che ha posto al presidente domande docili
docili), Giorgio Napolitano si è improvvisato renziano e ha detto che il
debito pubblico va ridotto "non perché ce l'ha chiesto l'Europa ma perché è
un dovere verso i giovani".

Se lo dice Renzi gli si può anche riconoscere il beneficio del dubbio,
essendo presidente del Consiglio da meno di due mesi. Detto da un signore
che, invece, è impegnato in politica a livello di parlamento, governo e
presidenza della Repubblica da 60 anni, l'effetto è diverso.

Al posto di Fazio avrei chiesto al presidente cosa abbia fatto lui per
contrastare la crescita del debito pubblico in tutti questi decenni. Sarà
pur vero che il PCI era un partito per lo più di opposizione a livello
parlamentare, ma non risultano (quanto meno a me) battaglie del
parlamentare Napolitano per contrastare questa o quella legge di spesa o
appelli per un contenimento della spesa pubblica in generale. Né risultano
(quanto meno a me) battaglie in tal senso quando il suo partito ha
governato e lui stesso ha fatto il ministro. Da quando è presidente della
Repubblica ha fatto qualche intervento cosmetico alle spese del Quirinale,
che resta peraltro più costoso delle altre istituzioni presidenziali, non
solo a livello europeo.

Però, dopo 60 anni di politica da protagonista, dice che è doveroso verso i
giovani ridurre il debito pubblico. Nel frattempo, quelli che erano giovani
quando lui ha iniziato a fare politica sono in gran parte morti, o sono
comunque abbastanza avanti con gli anni, e quelli che adesso sono giovani
potrebbero essere suoi nipoti. Non aggiungo altro.

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