Scorie - Relazioni

"Oggi l'opinione pubblica tende a ritenere che la principale causa dei
fallimenti del sistema economico e finanziario italiano sia il cosiddetto
"capitalismo di relazione". Invece dobbiamo considerare che la storia di
ogni società, così come di ogni gruppo sociale, di ogni famiglia e di ogni
nazione, è sempre una storia di relazioni… l'unico vero problema riguardo
alle relazioni costruite nel mondo degli affari non è nelle relazioni in se
stesse, ma nella qualità che esse esprimono, se sono positive o negative,
se corrette e trasparenti oppure contaminanti e opache."
(G. Bazoli)

Giovanni Bazoli fu chiamato dall'allora ministro del Tesoro Andreatta, nel
lontano 1982, al vertice del Nuovo Banco Ambrosiano, che nasceva dalle
ceneri del Banco Ambrosiano, reduce dalle malefatte di Roberto Calvi. In
oltre trent'anni, dopo diverse acquisizioni e aggregazioni, la banca è
divenuta Intesa San Paolo. Bazoli ne è ancora al vertice ed è indubbiamente
il banchiere più potente in Italia.

Altrettanto indubbiamente rappresenta la quintessenza del "capitalismo di
relazione", quello che gli anglosassoni definirebbero "crony capitalism".
Un sistema che del capitalismo conserva, distorcendolo, solo il nome,
perché basato su pochi capitali, e molte "relazioni". Un sistema dove gli
affari, più che in base a considerazioni economiche, vengono conclusi in
base a considerazioni politiche (in senso lato).

Non deve meravigliare che Bazoli difenda un sistema che lo ha visto
protagonista e manovratore indiscusso per oltre tre decenni, peraltro con
un apporto di mezzi messi di tasca propria abbastanza marginale. Nessuno
dubita che tutti gli scambi siano effettuati perché ci sono relazioni tra
soggetti diversi, ma credo che le sue opinioni su ciò che è positivo o
negativo in tali relazioni e su ciò che è corretto e trasparente siano
piuttosto divergenti da quelle di chi vorrebbe un capitalismo senza
l'aggiunta del "di relazione".

Se l'Italia è un Paese ingessato dove le cose non vanno poi così bene da
alcuni decenni e quasi nessuno viene a investire credo lo si debba anche al
capitalismo relazionale, che è l'altra faccia della medaglia rappresentata
dal sistema politico nazionale. In sostanza, non è detto che l'opinione
pubblica abbia sempre ragione (io stesso spesso penso il contrario), ma tra
le cause dei "fallimenti del sistema economico e finanziario italiano" il
capitalismo relazionale ci sta a pieno titolo. E una delle conseguenze è la
gerontocrazia che lascia al vertice del sistema stesso ottuagenari che non
hanno mai rischiato in proprio, se non pochi spiccioli e che se avessero a
cuore, come dicono, il bene delle aziende che amministrano, si sarebbero
già ritirati a godersi laute pensioni da un bel po' di tempo.

    

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